venerdì 2 marzo 2012

Anche Piccolo Chimico ha il suo blog

Per prima cosa, come d'altronde accade in ogni contesto di incontro, è buona creanza fare le presentazioni, e quando ci si presenta ognuno dice il proprio nome e cognome. In questo caso, visto che non stiamo presentando una persona ma un servizio, un progetto, non si tratta di dire un nome e cognome ma di dire come si chiama il progetto. Bene noi siamo il Piccolo Chimico un progetto che ha una storia lunga più di un decennio e che, come tutte le storie, ha cose da dire e da raccontare. Cominciamo a dire perché il progetto si è dato questo nome. Della serie forse non tutti sanno che : il Piccolo Chimico era, negli anni 70, un gioco pubblicizzato in televisione e pensato per bambini e bambine curiosi e curiose di conoscere e di scoprire cose nuove attraverso il gioco ed il piacere della scoperta.
La sperimentazione, la curiosità, il coraggio di provare, il rischio di poter incorrere in incidenti di ”laboratorio” ci sembravano essere quei componenti del gioco che a noi - che ci occupiamo di sostanze stupefacenti - richiamano molte analogie con il consumo di sostanze, tanto che abbiamo deciso di chiamare il nostro progetto Unità Mobile Giovani Piccolo Chimico. Qualcuno a questo punto potrebbe dire: “Vabbe! Ma che significa, che analogie ci sono tra un gioco per bambini e il consumo di sostanze? La risposta a questo ipotetico obiettore potrebbe essere la seguente.
In prima battuta, se ci soffermiamo a ragionare sui termini usati, possiamo fare alcune considerazioni: “Chimico”e “Piccolo” in qualche modo fanno emergere immagini fra loro contrastanti, da una parte abbiamo la “Chimica” una scienza esatta, utile, razionale, governabile ma che necessita di grande attenzione e cautela perché da un minimo errore può derivare l’irreparabile (esplosioni, inquinamenti, malattie ecc..), dall’altra il termine “Piccolo” che rimanda ad un senso di simpatia, di sicurezza, di gioco, di curiosità, di non pericoloso. Questidue termini affiancati quindi, fanno pensare a qualcosa di doppio quasi di contraddittorio come ad esempio: semplice ma complesso, facile ma rischioso, sperimentatore ma anche scienziato, conoscitore ma anche inesperto. Una serie di binomi che possono anche essere antitetici e che comunque rimandano ad un continuum di significati, quasi due facce di una stessa medaglia, qualcosa di fronte alla quale occorre continuamente dire: “c’è questo ma anche questo”. E non è forse la stessa cosa che bisogna fare quando parliamo di sostanze stupefacenti? Anche il termine sostanze è lo stesso sia che parliamo di elementi chimici sia che parliamo di elementi psicoattivi. Sostanze chimiche e sostanze psicotrope i termini sono gli stessi e probabilmente sono le stesse le leggi che le governano. La differenza è che le sostanze chimiche vengono sperimentate in laboratorio mentre le sostanze stupefacenti vengono sperimentate nella mente o meglio nel laboratorio della mente.
Questo è il motivo per cui abbiamo dato il nome Piccolo Chimico perché riteniamo che ci sono molte attinenze e somiglianze tra questo gioco e chi consuma sostanze. Sappiamo infatti che le sostanze stupefacenti hanno a che fare con il piacere, con la voglia di sperimentare nuove emozioni e sensazioni, con il divertimento. Ma sappiamo anche che hanno a che fare con il rischio, che richiedono attenzione al pericolo, sia per la salute sia per i pericoli legali. Occorre cioè avere sempre un atteggiamento duplice, un doppio sguardo per evitare che il piacere si trasformi in qualcosa di dispiacevole.

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